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Valsugana

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Archeologia in Valsugana

La Valsugana, posta nel Trentino sud-orientale, ha costituito un ruolo di rilievo sotto il profilo archeologico, come dimostrano oltre ai numerosi reperti di pregio anche la testimonianza del passaggio della Via Claudia Augusta Altinate. Le prime tracce di frequentazione umana si devono al ritrovamento di reperti di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico medio, che frequentarono numerosi siti in quota, fra i 1.2000 e i 1.6000 m (tra cui Colle dei Colombi a 1.250 metri). Relativi a questo periodo sono stati ritrovati nella zona di Malga Arpago, alcuni strumenti litici riferibili alla cultura Musteriana, relativo all’uomo di Neanderthal. Queste attestazioni continuano anche nel Paleolitico superiore, come ne testimoniano i rinvenimenti al Riparo Dalmeri, sito epigravettiano di notevole importanza per la storia trentina ed europea. Il Riparo sorge a 1.240 m di quota nell’Altopiano di Asiago, i cui resti osteologici hanno evidenziato la ricca caccia dello stambecco, ma anche di animali da piccola taglia. Il Riparo ha inoltre restituito alcuni denti da latte umani, di notevole interesse è stata la scoperta di ben 265 pietre dipinte in ocra rossa, che si interpretano come arte parietale del Paleolitico superiore finale del Trentino.
Pertinenti al Mesolitico sono numerose stazioni, tra cui la Grotta di Ernesto, scoperta nel 1983, la quale si trova a 1.165 metri sull’acclive versante nella destra orografica della Valsugana. Le datazioni eseguite sui resti del focolare addossato alla parete rocciosa, indicano che la frequentazione del sito è avvenuta intorno a 9.000 anni fa (Mesolitico antico).
Il Neolitico risulta scarsamente attestato nella valle, ipotizzando una temporanea contrazione del fenomeno insediativo. Con l’Eneolitico la Valsugana ha restituito significative testimonianze relative alle prime attività metallurgiche: forme di rame, scorie, forni fusori. Il sito che costituisce la prima testimonianza di attività fusoria, datato all’Età del Bronzo, è Montesei di Serso dove è stata indagata un’area destinata alla lavorazione delle fusaiole.

Nell’Età del Bronzo la valle è oggetto di un’intensa prospezione mineraria, testimoniata dalla presenza di zone estrattive e di forni fusori. Nella tarda Età del Bronzo (XIII – XI secolo a.C.) è datato il sito di Acqua Fredda al Passo Redebus, che rappresenta una delle più importanti fonderie preistoriche d’Europa, indagato nel 1979 dal “maestro” Renato Perini, il quale portò alla luce nove forni fusaioli di forma quadrangolare.
L’Età del Ferro, ha restituito alcuni reperti rinvenuti nella zona, anche se il sito di Montesei di Serso è stato frequentato continuativamente fino al I secolo a.C., dove si è attestata la pratica dei roghi votivi i Brandopferplätze alpini e nella seconda età del Ferro, l’ultimo insediamento, di cui sono oggi visibili le quattro strutture murarie a secco con pianta completa. Il sito di Montesei di Serso presenta aspetti in comune con il sito di Dosso di Sant’Ippolito-Castel Tesino, infatti, entrambi, sono siti articolati su altura ed insediati dalla popolazione indigena preromana.

Il sito di Dosso di Sant’Ippolito, è frequentato nell’Età del Bronzo finale, ma l’insediamento stabile si concentra tra il V e il IV secolo a.C., fino alla prima età imperiale.

La romanizzazione del territorio avvenne in modo pacifico e quindi risulta difficile stabile una data a questo processo di acculturazione latina. Numerosi sono i reperti romani (I-V secolo d.C.) rinvenuti in diverse località della Valsugana, alcuni dei quali aventi una distribuzione topografica abbastanza regolare lasciano ipotizzare un possibile insediamento. Infatti in valle sono attestati: quattro centri abitativi e undici aree cimiteriali. Le strutture abitative sono state documentati nei siti di Castel Tesino, Montesei di Serso (presso Pergine), Civezzano e Calceranica; mentre, per quanto riguarda le necropoli, la letteratura archeologica segnala il rinvenimento di sepolture a inumazione d’età romana a Caldonazzo, Calceranica, Pergine, Levico, Borgo, Telve di Sopra, Ospedaletto. Tutt’oggi, lungo la Via Claudia Augusta Altinate, sorgono alcuni significativi rinvenimenti, i quali confermano il tracciato viario romano, come il sarcofago romano decorato da bassorilievi a carattere rituale, rinvenuto a Levico nel 1858 accanto ad altre tombe in opera cementizia, pietre e tegoloni; mentre altre sepolture di epoca tardoantica sono state rinvenute a Caldonazzo, a Borgo e ad Ospedaletto.

Altri significativi rinvenimenti legate alla Via Claudia Augusta Altinate, sono a Tenna, dove nel 1876 l’archeologo Paolo Orsi individuò nella chiesa parrocchiale un miliare romano che reca inciso il numero XXXXI [M(ilia) p(assum)].  Nella chiesa parocchiale di S. Sisto a Caldonazzo, è visibile l’epigrafe funeraria paleocristiana, datata in base alle caratteristiche delle lettere dal VI-VII o forse VIII secolo. Nel vicino paese di Calceranica, all’interno della medievale chiesa di S. Ermete è collocata un’ara dedicata a Diana (II secolo d.C.), il testo epigrafico del monumento accenna alla presenza di fondi di proprietà di ricci personaggi appartenenti verosimilmente al municipio di Feltre.
In Valsugana fra l’epoca tardoantica e altomedievale numerose sono le necropoli, tra le quali la necropoli di Civezzano al Foss, e poco più a nord è stata rinvenuta una seconda necropoli presso il Castello Telvana nel 1902. In quest’ultima è stata rinvenuta la più ricca sepoltura femminile del Trentino, per questo motivo denominata la sepoltura della “principessa” longobarda di Civezzano, il cui lussuoso corredo comprende orecchini in oro e amastia (esposti al Museo Castello del Buonconsiglio).

Turismo in Valsugana

Il soggiorno in Valsugana permette di coniugare una ricca e variegata offerta turistica: arte, natura, paesaggio, borghi incantati e cultura. Meta ideale per famiglie, ma non solo, infatti è adatta per chi ama le attività all’esterno: escursionismo, gite in montanbike, ma anche la possibilità di scegliere tra i numerosi sentieri SAT e le piste ciclabili. I due incantevoli laghi di Caldonazzo e di Levico, permettono di scegliere allo stesso tempo, anche una vacanza di relax da coniugare con i centri termali di Levico Terme. Ma anche la possibilità di immergersi nella cultura e nell’archeologia della valle, numerosi sono i luoghi culturali (Borgo Valsugana, Arte Sella, Castello di Pergine e Castel Tesino) e i siti archeologici. Questi ultimi sono disposti vicino alla Strada Statale, la quale a grandi linee riprende la viabilità romana della Via Claudia Augusta Altinate.

Per maggiori informazioni

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APT Valsugana
Sito web: ww.visitvalsugana.it
Email:   info@visitvalsugana.it
Telefono: 0461.727700
Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 3
38056 Levico Terme (TN)

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