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Archeotrekking alla torbiera e al sito di Fiavé

L’itinerario archeologico inizia dalla Chiesa dei Santi Sebastiano e Fabiano di Fiavé, giungendo in pochi minuti al moderno Museo delle Palafitte di Fiavè. La visita del museo, permette di comprendere la vita quotidiana delle comunità palafitticole che hanno vissuto sulle sponde dell’antico lago Carera.

All’uscita dell’edificio museale si prosegue per circa 200 metri fino a raggiungere il Passo Ballino ed incontrare la chiesetta di San Rocco e sulla destra la località Dos. Proseguendo si arriva alla segnaletica “zona archeologica”, dalla quale inizia la strada sterrata che costeggia i campi di pannocchie, fino ad arrivare al cartello illustrativo del biotopo di Fiavé protetto come Riserva naturale provinciale. Da lì inizia una passerella in legno, facilmente percorribile anche con il passeggino, che vi condurrà nel biotopo, dove vivono numerose specie vegetali e molti animali selvatici.

Nell’area di grande pregio naturalistico, durante l’ultima glaciazione, circa 15 mila anni fa, si formò il Lago Carera, originatosi da uno sbarramento morenico, nel tempo il lago si è lentamente prosciugato, favorendo la formazione di una zona paludosa e la crescita della vegetazione, raggiungendo, così, lo stato di torbiera. Questo cambiamento ambientale sigillò l’insediamento palafitticolo in un ambiente umido al riapro dal contatto nocivo dell’aria, determinando la conservazione dei pali e dei molti oggetti caduti accidentalmente in acqua e scoperti durante gli scavi, fornendo preziose informazioni sulla vita quotidiana di queste prime società agricole. Per questo motivo nel giugno del 2011, il sito palafitticolo di Fiavè, assieme anche a quello di Ledro, è stato inserito nella Lista dei “siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Il sito archeologico di Fiavé ha documentato sette fasi di occupazione dell’insediamento dal Tardo Neolitico (prima metà del IV millennio a.C.) all’Età del Bronzo recente (metà del XIV al XIII secolo a.C.); in realtà, la fase più antica, è riferibile al Mesolitico (VII millennio a.C.), ma per il momento i dati recuperati fanno riferimento ad una sola occupazione di tipo stagionale.

Dalle palafitte di Fiavé, seguendo la segnaletica, si giunge al piccolo rilievo denominato Dos Gustinaci, dove sono visibili i resti delle abitazioni dell’età del Bronzo Recente, le quali hanno sfruttato un modello insediativo diverso da quello su sponda e specchio lacustre, ovvero delle costruzioni di forma rettangolare, disposte su terrazzi artificiali, con bassi muretti in pietra e alzato in materiale deperibile. Poco oltre, è possibile arrivare ad un piccolo belvedere, il quale regala una vista panoramica sulle palafitte e sul paesaggio circostante.

Dal belvedere continuando sulla strada sterrata si arriva ad un ampio parcheggio, dove è stato collocato dall’Apt di Comano Terme-Dolomiti di Brenta un pannello illustrativo, il quale riporta il racconto per bambini: “Il pifferaio magico e le palafitte” (scaricabile qui). Alla fine del parcheggio inizia un sentiero nel bosco, ben segnalato, che circonda la torbiera di Fiavè.

Arrivati alla passerella in legno si continua per pochi minuti, incontrando lungo il percorso alcune rane, finché, non si giunge ad una splendida torretta di avvistamento, dove si gode di una splendida vista panoramica sull’antico lago Carera. Continuando lungo la passerella in legno, si giunge ad una piccola torretta più “arroccata”, giungendo poi al cartello illustrativo del biotopo. Da lì si prosegue sul sentiero percorso all’andata, arrivando in una quindicina di minuti alla Chiesa dei Santi Sebastiano e Fabiano di Fiavé.

Itinerario
InformazioniAccessibile con passeggino (“Sentiero dei piccoli camminatori”)
Visitabile tutto l’anno

Servizi didattici• Pannellistica in lingua italiana e tedesca
• Torrette di avvistamento
• “Il pifferaio magico e le palafitte

 

Concessione per le riprese fotografiche
Provincia Autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali - Ufficio beni archeologici ai sensi del d.lgs. 42/04 - Codice dei beni culturali

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