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Valle dell’Adige

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Pianifica il tuo itinerario archeologico in Valle dell’Adige!

Tramite la mappa 2D di ArcheoTrentino, progettare la propria escursione non è mai stato così facile! Accendi o spegni i livelli relativi ai sentieri SAT e ai siti di interesse archeologico.

Archeologia in Valle d’Adige

La Valle dell’Adige è il territorio più ricco di testimonianze archeologiche, grazie alla sua posizione geografica, che ha da sempre costituito un punto fondamentale per i contatti, ma anche per le sue favorevoli condizioni climatiche e ambientali. Per questo motivo, la Valle dell’Adige fu scelta come luogo d’insediamento in tutti i periodi, dalla preistoria in modo continuativo fino alla contemporaneità, determinando la creazione di depositi pluristratigrafici.

La Valle dell’Adige, in seguito al miglioramento climatico e al ritiro dei ghiacci, inizia ad essere insediata durante il periodo Mesolitico (IX millennio a.C.). Numerosi risultano i siti frequentati durante il Mesolitico, tra cui molti ripari sottoroccia: Romagnano Loc, Riparo Gaban, Vatte di Zambana, Dos della Forca; o alla base di pareti rocciose come nel caso di Borgonuovo di Mezzocorona, ma anche siti all’aperto come La Vela. Due di questi siti, hanno portato alla luce sepolture databili ad epoca mesolitica, le quali risultano estremamente rare: nel 1968 nel riparo di Vatte di Zambana e nel 1995 la scoperta della “nonna di Mezzocorona” a Borgonuovo.
La Valle dell’Adige restituisce le prime tracce di siti neolitici in Trentino risalenti alla fine del VI millennio a.C. Gli insediamenti più significativi sono: Riparo Gaban, Romagano Loc III, Mezzocorona Borgonuovo, Dos de la Forca, Pradestel, La Vela.

L’età del Rame (3.500-2.200 a.C.), rappresenta un periodo significativo sia perché inizia la divisione sociale delle comunità, sia per l’apprendimento della lavorazione dei metalli. I siti dell’età del Rame sono Romagnano Loc, Vela Valbusa, Acquaviva di Besenello e Riparo Gaban; inoltre tracce dell’età del Rame di tipo funerario sono presenti nel sito di Dos della Forca e nei ripari di Nogarole a Mezzolombardo.
Relative all’età del Bronzo furono portate alla luce lungo la Valle dell’Adige numerose sepolture (Romagnano Loc, Vela Valbusa, Solteri), che si localizzano in grotta (“La Cosina” di Stravigo), in ripari (Riparo del Santuario presso Lasino a scopo funerario) o alla base di pareti rocciose.
Nell’età del Bronzo Recente e Finale è attestata in Trentino, la diffusione dei Brandopferplätze alpini, in particolare in numerosi siti della Val di Non, ma anche nel siti di La Groa di Sopramonte sul Monte Bondone; in questa fase sono rioccupati i luoghi posti in posizione rilevata come i conidi (Zambana El Vato e Mezzolombardo la Rupe).
Nella prima età del Ferro, si sviluppa la Cultura Luco-Meluno (1.200-600 a.C.), caratterizzata per la produzione del vasellame ceramico (tipo Luco) e per la costruzione di abitazioni in parte costruite in muratura a secco e poste in posizione più o meno rilevate, come dossi e conoidi detritici.
Più consistente è la documentazione relativa alla seconda età del Ferro (metà del VI- I secolo a.C.), definita Cultura Frizens-Sanzeno, in cui gli abitati si sviluppavano in posizione dominante come su dossi o conidi detritici (Zambana El Vato) o speroni rocciosi. La pratica dei roghi votivi attestata dall’età del Bronzo, continuò anche nella seconda età del Ferro come attestato nel sito di La Groa a Sopramonte; anche se al momento, nella Valle dell’Adige non sono state individuate attestazioni di roghi votivi.
In Piana Rotaliana, furono messe in luce, durante i  sondaggi svolti da Perini nel 1976, circa sette abitazioni con struttura muraria a secco e tracce di travi in legno carbonizzate nel sito di El Vato-Zambana, in contatto con l’insediamento di Dos Castel–Paganella. Quest’ultimo, costituiva una funzione di difesa e di vedetta, per questo gli fu attribuito il termine di “castelliere”, fu frequentato dal XIV secolo a.C. fino alla seconda età del Ferro (V-IV secolo a.C.).

Nei primi decenni del III secolo a.C. si assiste ad un lungo processo di romanizzazione, che attesta i primi contatti tra la popolazione autoctona e i romani, come dimostra un ripostiglio di monete scoperto sul Doss Trento, forse sotterrato nel 212 a.C.
Nel 89 a.C. la Cisalpina ottenne il diritto latino (ius Latii) e nel 40 a.C. il diritto romano. Tridentum, fu fondata dai Romani intorno alla metà del I secolo d.C. Il municipium fu definito nell’editto di Claudio del 46 d.C. con l’epiteto di splendidum. Il centro urbano occupava un’area di circa 13 ettari a pianta quadrangolare, il cui accesso principale era costituito dalla Porta Veronensis.
Nella Valle dell’Adige passava la Via Claudia Augusta, antica arteria stradale, iniziata nel 15 a.C. dal generale romano Druso Maggiore, figlio adottivo di Augusto, ed inaugurata ufficialmente dal figlio, l’imperatore Claudio, che dopo sessant’anni di lavori fu completata nel 46-47 d.C. per una lunghezza di 518 chilometri (350 miglia romane). Lungo la Via Claudia Augusta sono attestati numerosi piccoli insediamenti rurali, rappresentati soprattutto da fattorie di dimensioni limitate.

Gli scavi e le ricerche hanno documentato una rapida antropizzazione della Valle dell’Adige, favorita dalla posizione lungo le vie naturali di comunicazione (fluviale e terrestre) del fondovalle: come a Mezzocorona, in cui è attestata un’azienda agricola, in località Drei-Cané (frequentato verso la metà del I secolo a.C. e termina entro la fine del VI secolo) e un esteso abitato in località Giontec (databile tra il I e il VI secolo).
La diffusione del Cristianesimo, verso la seconda metà del IV secolo, influenzò l’evoluzione urbanistica della città, attraverso la creazione di nuove architetture religiose: la prima eccelsia nell’area di Santa Maria Maggiore e la basilica paleocristiana sotto l’attuale Duomo, costruita intorno al 400, che ospiterà le spoglie di S. Vigilio e dei martiri anauniensi, un terzo luogo di culto venne eretto sul Doss Trento.
Per quanto riguarda il periodo paleocristiano e il Cristianesimo, anche la Piana Rotaliana offre testimonianze molte rilevanti, come la scoperta di una necropoli in via IV Novembre e il rinvenimento di numerose lastre di sarcofago, in particolare, un frammento di lastra, il cui motivo decorativo è costituito da un cistogramma, e sotto è presente un’epigrafe funeraria incompleta MAVRVS DIA.
Dopo la caduta dell’Impero romano, la città perse importanza e il Doss Trento riprese la sua antica funzione di castelliere, infatti, il re Teodorico consigliava di costruire le abitazioni per la popolazione nel castello di Verrucca.
Il Trentino divenne, poi, per due secoli ducato longobardo (dal 569 al 774 d.C.), i cui maggiori dati emergono dalla scoperta di corredi delle sepolture longobarde, come l’importante scoperta di numerose tombe longobarde a Civezzano.

Turismo in Piana Rotaliana

La Piana Rotaliana, è sempre stata un nodo viario di collegamento tra nord e sud, infatti di lì passava la Via Claudia Augusta. Il paesaggio della Piana Rotaliana, è caratterizzato dalla pergola trentina che produce il rinomato Teroldego, ma anche dal Monte di Mezzocorona, il quale regala una vista mozzafiato sulla sottostante piana. Il Monte risulta un luogo immerso nella natura e nel silenzio, raggiungibile con la funivia; mentre per gli amanti della montagna è possibile percorrere due diversi sentieri: 1) partendo dall’abitato di Mezzocorona percorrendo il “Sentiero di Sant’Antonio” (circa 1,30 h) o per gli esperti un sentiero attrezzato noto come “Via ferrata Burrone Giovanelli”. Arrivati sul Monte si può partire per varie escursioni, tra questi risulta la più suggestiva, quella per Malga Khaun.
Inoltre, la piana offre la possibilità di visitare molti luoghi di cultura: Palazzo Firman con splendidi affreschi, Castel Firman (non visitabile), Castel San Gottardo e numerosi luoghi di culto di rilievo. Interessante è il Museo degli Usi e Costumi di San Michele all’Adige, il quale sorge nell’antico convento agostiniano, esponendo numerosi oggetti che testimoniano la storia della gente trentina.
Oltre ad arte, natura e storia, la Piana Rotaliana offre la possibilità di visitare tre importanti siti archeologici(Dos della Forca, Giontec e Drei Canè) e numerosi reperti che testimoniano la frequentazione della zona dalla preistoria fino alla contemporaneità, conservati nel Centro di Documentazione di Mezzocorona.

Per maggiori informazioni
piana-rotaliana

Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg
Sito web: www.pianarotaliana.it
Email:  info@pianarotaliana.it
Telefono: 0461.1752525
Indirizzo: Corso del Popolo, 35
38017 Mezzolombardo (TN)

Turismo in Val d’Adige

Il capoluogo trentino insieme alle colline circostanti, rappresentano il tesoro della regione, il cui soggiorno riesce a coniugare arte, storia, cultura ed enogastronomia. Risultando una città d’arte con una forte impronta rinascimentale, con i suoi palazzi e gli splendidi affreschi che la rendono unica tra le città alpine. Nel sottosuolo del centro storico di Trento, si possono ammirare i resti dell’antica Tridentum romana, elogiata dall’imperatore Claudio come “splendidum municipum”. Passeggiando nel centro storico è possibile ammirare alcuni tra i siti più suggestivi di Tridentum, scendendo solo di due\tre metri, ci si può immergere all’epoca dei Romani, camminando sulle strade, dove risultano ancora visibili i segni dei carri, entrando nelle case, in una bottega vinaria e ammirando gli splendidi mosaici.
Uno dei luoghi più incantevoli è il Museo Castello del Buonconsiglio, monumento che ricorda la storia cittadina, espone importanti mostre e collezioni d’arte, archeologia ed arti applicate; imperdibile è la vista a Torre Aquila, studiolo vescovile decorato in stile Gotico internazionale: il Ciclo dei Mesi. Tra i primi musei diocesani in Italia, è il Museo Diocesano Tridentino, accanto al quale sorge la cattedrale di San Vigilio.
Il capoluogo trentino permette di immergersi nella cultura, anche semplicemente percorrendo vie e piazze, lungo le quali sorgono eleganti palazzi, molti dei quali sedi di incantevoli musei. Suggestiva risulta la visita a Palazzo Roccabruna, edificio cinquecentesco, sede della “Casa dei prodotti tipici trentini” dove nelle splendide sale affrescati si può assaporare l’enogastronomia trentina.
Per chi vuole trascorrere alcune ore immerso nella natura, consigliata è la passeggiata sul Doss Trento, colle che domina la città, frequentato già nel periodo preistorico, conserva i resti di una chiesa paleocristiana dedicata ai santi Cosma e Daminano, riccamente decorata di mosaici.
Poco distante dal centro cittadino, sorge il Monte Bondone, dove natura e cultura si fondono insieme, regalando la visione di splendidi paesaggi immersi nel verde, mentre nel periodo invernale diventa un “bianco paradiso”. Da visitare il Giardino Alpino, vero paradiso di biodiversità.

Per maggiori informazioni

trento
APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi
Sito web: www.discovertrento.it
Telefono: 0461.216000
Indirizzo: via Manci, 2
38122 Trento

Guest card

Ti ricordiamo che in molte strutture alberghiere potrai ricevere in regalo la “Trentino Guest Card“, che ti darà il diritto di visitare gratuitamente più di 70 servizi (musei, parchi, castelli), inoltre, potrai viaggiare liberamente sui mezzi pubblici.

Concessione per le riprese fotografiche
Provincia Autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali - Ufficio beni archeologici ai sensi del d.lgs. 42/04 - Codice dei beni culturali

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